L’energia delle Forme Il cerchio, il quadrato, il triangolo, e altre storie...Le figure geometriche elementari sono archetipo e simbolo fin dall’antichità, ma possono trasformarsi anche in strumento e chiave di lettura delle caratteristiche dell’essere umano; perciò l’interpretazione e la percezione energetica delle forme geometriche di base, può essere una rappresentazione degli atteggiamenti delle persone, nei confronti della VITA. -I soffi del Cielo modellano e danno forma alle Forme-L’argomento, a prima vista, sembra essere estremamente semplice, ma il fatto che possa sembrare semplice non significa che lo sia realmente. <<Da più di
5000 anni gli uomini hanno fissato su pietra, argilla, papiro, pergamena,
legno, nei canti, nelle danze, nei racconti, la coscienza delle loro
esperienze: la conoscenza umana. Così gli uomini hanno creato i
simboli ed i linguaggi.>> La parola greca sy´mbolon (da "gettare con, mettere insieme”) indica in origine un rapporto che si istituisce tra due oggetti ed entità separate, quasi fondendole insieme: ma essa è passata molto presto a definire aspetti essenziali della comunicazione e del pensiero umano, dando luogo ad accezioni molto diversificate e contrastanti. <<Alcuni orientamenti filosofici fanno risalire tutta la cultura umana, le forme di coscienza e di immaginazione, i modelli di comportamento, all’attività simbolica, all’istituzione di rapporti continui tra parole, cose, oggetti, sfere diverse dell’esperienza, che in ultima analisi sfuggono alla mera descrizione verbale.>> Tutto ciò che ci circonda ha ovviamente una sua forma, e questa conformazione e morfologia degli elementi, può avere una configurazione più o meno complessa. Il riconoscimento delle forme, ci consente dunque una nostra collocazione nello spazio, ci dà facoltà di orientamento e ci permette di distinguere o riconoscere un oggetto, un luogo o una persona rispetto ad altri. La percezione delle FORME e dunque anche dei SIMBOLI, trasmette perciò un certo tipo di messaggio identificativo, principalmente materiale e immediato a livello fisico; fornisce altresì delle indicazioni immateriali o vibrazionali, proprie del piano sottile o energetico, ma non per questo meno importanti, tutt’altro. L’approfondimento sul tema delle forme geometriche riguarda gli esempi più elementari, quelli più semplici, quelle sagome lineari che sono così frequenti nel nostro quotidiano, talvolta talmente comuni, da essere quasi invisibili al nostro sguardo, giacché ci sono abituali o celate come sono, in combinazioni complesse. Forme essenziali, cui siamo abituati, simboli che riempiono il nostro mondo, a cui non diamo più un’attenta considerazione, ma, che ad una accorta osservazione trasmettono messaggi molto più profondi di quelli che si distinguono con una semplice un’occhiata superficiale o distratta.
La linea curva è estremamente naturale, e la possiamo ravvisare ovunque, nell’ambiente intorno a noi. La linea retta viceversa si può dire che quasi non esiste in natura, salvo nelle conformazioni dei cristalli. Potremmo precisare che la linea retta rappresenta una condizione di rigidità e di continuità direzionale, nella sua peculiare staticità e conseguentemente affermare, in contrapposizione, che la linea curva, rappresenta la flessibilità e la fluidità, delinea l’alternanza e raffigura il pulsare della vita organica. Queste descrizioni dei movimenti dell’energia, le riproponiamo nel nostro lessico quotidiano, automaticamente, nei modi di dire più comuni con cui esprimiamo una determinata situazione. Ad esempio i modi di dire: “calma piatta” o “mentalità contorta”, “comportamento lineare”, “ritmo fluente”, “carattere spigoloso” o “indole espansiva” richiamano alla mente due tipi opposti di attività energetica. Le linee dunque possono definire un movimento di un certo tipo, un ritmo proprio; inoltre secondo la loro disposizione, possono aiutarci a rappresentare su di una superficie, come ad esempio su un foglio di carta, delle immagini di forme piane di un certo tipo o di un altro. Innanzi tutto ci sono forme spigolose e forme arrotondate, le prime configurate da linee rette che creano angoli più o meno acuti e le altre rappresentate da linee curve, formate da archi o volute più o meno ampie. Approfondiremo dunque le forme piane più semplici, tralasciando le forme bidimensionali più complesse e le forme solide tridimensionali. Le forme piane non presentano profondità o spessore, sono un insieme di linee curve o rette, che rievocano un segno, un’immagine, una traccia, un disegno o una rappresentazione con soltanto due dimensioni: la larghezza e l’altezza. Le forme di base sono composte di un insieme di linee rette o da un alternarsi di linee curve e formano le figure piane semplici, quelle figure o simboli che si definiscono come archetipi; sono una rappresentazione bidimensionale senza volume e profondità, di impatto visivo immediato. <<Quattro grandi
simboli spaziali: il cerchio, il centro, la croce e il quadrato, Possiamo dividere le forme piane di base in due gruppi, secondo le loro caratteristiche visibili più marcate e di immediata percezione: chiuse o aperte. Forme chiuse: cerchio, quadrato, triangolo. Sono raramente presenti in natura, se non in modo approssimativo. Forme aperte: croce, spirale. Sono comuni in natura, in particolare la seconda, che nel regno vegetale si presenta nelle spire e nelle fasi di crescita delle piante e il più delle volte in senso antiorario. Le forme piane complesse sono un’evoluzione e una proiezione delle sagome piane di base e ne ripropongono lo stesso movimento archetipo iniziale. Le forme solide sono modellate con una profondità tridimensionale, quali p.es. il cubo, la sfera e tutti gli altri solidi presentano un numero di lati variabile e una struttura più complessa. Le forme si sviluppano nello spazio con il loro tracciato, e hanno delle loro specifiche caratteristiche energetiche, che si differenziano l’una dall’altra; poiché essendo archetipi, esse raffigurano un movimento o l’assenza dello stesso, anzi più propriamente, la latenza di esso, di conseguenza, l’essere umano si mette in relazione alle diverse forme in modo diversificato. Qual è la forma più primitiva? Quale fu il primo segno, la primordiale rappresentazione di un oggetto o concetto, eseguito dall’uomo preistorico, volutamente e in modo cosciente?
<<Nei miti sulla
creazione ritroviamo una costante presenza dell'elemento sacro. Non vi
è traccia del concetto di materia inanimata: tutto è vivo e
cosciente.
Oppure fu la linea retta? Poco probabile, poiché, che già di per sé, tracciare una linea retta forse necessitava degli strumenti primitivi di maggior precisione, oltre che un’attenzione e una percezione più acuta, una tensione, fondamentale a disporre in un insieme regolare, armonioso ed equilibrato, un segno atto a delimitare uno spazio, a chiuderlo nel contorno di un quadrato o di un triangolo. E quale fu l’impulso, l’origine di tale comportamento? Non sappiamo se esisteva il concetto di memoria o ricordo, come possiamo intenderlo oggi. Certamente il tratto, il segno, fu la prima forma di comunicazione con l’altro, la prima forma di condivisione di un’esperienza, e di “trasmissione di conoscenza”. Il primo segno con cui l’essere primitivo dimostrava di essere consapevole di un futuro a venire e di un tempo passato e distingueva l’esistenza di un qualcosa di concreto, materiale e perciò tangibile ed esperito, da qualche cosa di diverso, meno fisico, bensì incorporeo ed inspiegabile, spirituale, che collocava all’infuori di sé, che non era manifestamente riconoscibile, di cui percepiva la presenza, ma su cui non aveva nessun controllo. Di seguito i primi segni divennero la rappresentazione, il simulacro, il simbolo magico, la divinità e il talismano, e il gesto umano così ripetuto divenne rituale propiziatorio, divenne Rito. Queste impronte e l’attenzione stessa necessaria e focalizzata al gesto del segno, diedero vita alle cosiddette forme-pensiero, depositarie di un certo tipo proprio d’energia. Divennero modelli archetipi; giunti fino ai giorni nostri, forme e segni apportatori di energia, di cui oggi forse, sono stati dimenticati i contenuti, i concetti relativi al loro significato. Ciononostante, continuano a tramandare nei millenni il loro messaggio, a trasmettere impercettibilmente, il loro segnale vigoroso. Sono stati assorbiti dall’essere umano e ora fanno parte del nostro DNA; anche se non ce ne rendiamo conto, rispondiamo e risuoniamo istintivamente e fisicamente oltre che energeticamente seppure in modo spesso inconsapevole, al loro antico segnale, alla loro forma, al loro messaggio. Autore WaiThai© 2004-2015 Contatti
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